Justine Guinard, assistante commerciale export en alternance, chez Pouliquen SAS.

Ritratto – Justine, assistente commerciale in alternanza

Alta, mora, sempre sorridente, forse la incontrerete quando verrete a trovarci a Cléder. Stiamo parlando di Justine, la studentessa che, da qualche settimana, fa parte dell’équipe di Pouliquen come assistente commerciale export nel quadro di un’alternanza scuola-lavoro. 
Originaria della regione, frequenta un corso di laurea in Commercio e Sviluppo Internazionale, con indirizzo management all’ ISFFEL (Istituto Superiore di Formazione) di Saint-Pol-de-Léon (29). 
Ventenne, è già in un possesso di un BTS (Brevetto Tecnico Superiore) in commercio internazionale, parla diverse lingue e ha già realizzato le sue prime vendite. Scopriamo insieme il profilo di questa ragazza piena di ambizione.

Quali sono le tue mansioni all’interno di Pouliquen?

Mi occupo dei potenziali clienti in Giappone e a Dubai. Rispondo alle richieste di preventivo e creo relazioni solide per ottenere una partnership. Mi occupo anche della ricerca clienti e dell’inserimento degli ordini. Sto imparando poco a poco come funzionano le varie fasi del lavoro, dalla ricezione dell’ordine fino all’invio della merce.
Svolgo anche molte altre piccole attività, come creare dei badge per le fiere, fare delle ricerche grafiche per la riprogettazione delle etichette di scalogno…
Amo molto la diversità e da Pouliquen ogni giorno è diverso dall’altro. Non ci si annoia mai.

Quali lingue parli?

JParlo correntemente l’inglese e sto lavorando per migliorare lo spagnolo e l’italiano. Ho anche delle conoscenze di base del ceco grazie a uno stage realizzato a Praga durante il 1° anno di BTS.

Come hai trovato questo stage in Repubblica Ceca? Di che settore si trattava?


Ho svolto il mio stage a Jablonec Nad Nisou, presso l’azienda Vinolok del gruppo Preziosa, un’azienda che produce tappi in vetro per le bottiglie di vino.
Al primo anno del BTS dovevamo realizzare un progetto di creazione d’impresa per il corso di economia e diritto. Con il mio gruppo volevamo creare gioielli in vetro in Italia. Preziosa era il nome scelto per la nostra azienda immaginaria. Il nostro insegnate, però, ci ha detto che il nome esisteva già perché utilizzato da un’azienda ceca con la quale la scuola aveva dei contatti. Infatti, in passato, alcuni studenti avevano svolto lì il loro stage… Dopo aver chiesto un po’ in giro, sono partita.  Il tirocinio è andato così bene che l’anno successivo ci siamo tornatii in gita con tutta la classe. Al secondo anno del BTS sono rimasta in Bretagna dove ho realizzato uno stage presso Les Viviers de Roscoff. Ero assistente alle vendite all’asta del pesce. È lo stesso sistema utilizzato per l’asta degli ortaggi.

Perchè scegliere Pouliquen ?


Ho conosciuto Gérard Quillévéré (il responsabile dell’azienda, ndr) all’evento organizzato per i 30 anni del corso BTS che si è svolto al liceo “du Kreisker” di Saint-Pol-de-Léon. Gérard è un ex studente di questo corso. Questo incontro mi ha dato un’idea di quello che si può fare dopo il BTS e per questo ho voluto conoscere la sua azienda.
Avevo inviato alcune candidature altrove, ma non ho avuto lo stesso feeling. Qui Gérard mi ha presentato tutta l’équipe il giorno stesso del colloquio. Cosa che le altre aziende non avevano nemmeno preso in considerazione. Mi è sembrata una cosa straordinaria.
L’azienda è vicina alla mia scuola, l’ISFFEL, quindi non ho bisogno di due alloggi, uno per seguire i corsi e l’altro per lavorare in azienda. Anche il tempo per gli spostamenti non è troppo eccessivo. Questo è un altro aspetto positivo.

Cosa ti piace dell’azienda e del settore degli ortaggi freschi?


La dimensione internazionale! Essere in contatto con tutto il mondo. È frustrante essere bloccati in Francia! Qui posso avere a che fare con la Spagna, l’Italia. Posso migliorare le lingue. 
Lato logistica, è un po’ più complicato, ma è molto interessante capirne i vari meccanismi.
Quando abbiamo dei nuovi potenziali clienti, faccio ricerche sull’affidabilità del contatto, sulla sicurezza del Paese…È un lavoro molto completo.
Per quanto riguarda il settore, sono particolarmente interessata alla cosmetica. Pensavo che sarei rimasta delusa se non avessi lavorato in quel settore ma, alla fine, mi piace lavorare con zucche e cavolfiori. Sono più interessata alle varie mansioni che al settore.

A livello personale, quali sono i tuoi interessi? Le tue attività preferite?


Ho fatto teatro per dieci anni. Ho smesso quando ero all’ultimo anno di liceo e ho iniziato a fare i primi lavori da studente. Le prove si svolgevano il sabato. Non potevo più andarci.

Il teatro oggi ti aiuta nell’apprendimento del mestiere di commerciale?


Credo di sì. Prima di salire sul palco ero nervosa, ma appena finito avevo voglia di tornarci. Con i clienti è un po’ la stessa cosa: preparo gli appunti, le frasi da dire nel caso in cui abbia dei dubbi… E alla fine, quando tutto va bene, faccio una telefonata dietro l’altra.

Oggi hai altre interessi diversi dal teatro?


Mi piace uscire, come a tutti i ragazzi della mia età. Preferisco le attività all’aria aperta: le passeggiate sulla spiaggia, organizzare le cene con gli amici…E leggere.

Cosa ti piacerebbe fare dopo gli studi?


Continuare a fare esperienza. E magari, più avanti, diventare agente commerciale estero. Mi piace lavorare con l’estero, ma mi piacerebbe anche capire cosa significhi lavorare all’estero.

Benvenuti nel mondo dell’innovazione e della sicurezza alimentare degli ortaggi freschi! Oggi vi presentiamo Terre d’Essais, una delle stazioni sperimentali creata dai produttori Prince de Bretagne. Questo centro gioca un ruolo essenziale nell’evoluzione delle pratiche agricole degli orticoltori, in modo particolare per quelli che coltivano prodotti biologici. Diretta da Thibault Nordey, ingegnere con un dottorato in agronomia, questa struttura del Cerafel si impegna ad accompagnare i produttori nella loro transizione verso metodi più sostenibili e a promuovere la qualità dei prodotti nel rispetto delle sfide ambientali. Approfondiamo la storia, la missione e gli obbiettivi di Terre d’Essais.

Innovazione vegetale e sicurezza alimentare, una storia di impegno

Da oltre 50 anni, Terre d’Essais è un punto di riferimento nella sperimentazione agricola. Con sede a Pleubian, nella regione delle Côtes d’Armor (22), il centro è specializzato nell’agricoltura biologica dal 1998.
Grazie al ruolo gestionale svolto dagli orticoltori delle cooperative Prince de Bretagne, il centro consente ai produttori di svolgere un ruolo attivo nel suo sviluppo, favorendo così la crescita dell’agricoltura biologica nella regione. La stazione di ricerca ha un triplice obiettivo:
• Migliorare la competitività e la sostenibilità dei sistemi di produzione di ortaggi;
• Mantenere e migliorare la qualità dei prodotti;
• Ridurre l’impatto ambientale della produzione.

Per raggiungere questi obiettivi, la stazione dispone di 10 ettari di coltivazioni in campo aperto, tutte biologiche, e di 5.000 m2 di serre, di cui 2.700 m2 in biologico.

Il ruolo chiave di Terre d’Essais

Terre d’Essais è molto più di una semplice stazione sperimentale, è un pilastro fondamentale dell’attività dei nostri produttori di ortaggi freschi. Con una governance basata sulla partecipazione attiva dei produttori, la stazione individua ogni anno le missioni e i progetti da realizzare, dando priorità alle problematiche incontrate dai produttori. La valutazione varietale rappresenta il 75% del lavoro svolto da Terre d’Essais rispondendo così alla forte domanda dei produttori che cercano di migliorare le loro colture a fronte dei cambiamenti climatici e delle mutate esigenze sociali, di mercato e normative. Terre d’Essais si sta occupando anche di altre tematiche, come la gestione dell’acqua e la concimazione senza fertilizzanti di sintesi. I progetti di ricerca condotti si estendono su periodi che vanno dai 2 ai 10 anni. Mentre l’efficacia dei biostimolanti può essere misurata nell’arco di due stagioni, ce ne vogliono circa dieci per identificare i benefici dei concimi verdi per il suolo.

I nostri orticoltori, un forte interesse per l’innovazione e la tecnologia

Prima di assumere la direzione di Terre d’Essais, Thibault Nordey ha ricoperto diverse posizioni presso il CIRAD, un organismo di ricerca francese che si occupa di ricerca e sviluppo agricolo nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa.

«Da molto tempo gli orticoltori bretoni sono molto bravi dal punto di vista tecnico. La resa media dei pomodori nell’Africa subsahariana si aggira intorno a 1 o 2 kg per m2, mentre supera i 50 kg per m² nella Bretagna settentrionale».

In Bretagna, i produttori di ortaggi hanno sempre avuto un forte interesse per i progressi tecnici che li ha portati a investire e organizzarsi creando varie strutture di ricerca: Caté [1], OBS [2], Végénove [3], naturalmente, Terre d’Essais. Costituita come associazione, la stazione di ricerca Terre d’Essais è gestita esclusivamente dai produttori. Offre un coordinamento ottimale a livello regionale, con riunioni tecniche per ogni prodotto e un comitato dedicato alle colture biologiche in campo aperto.

Un’organizzazione basata sulla competenza

La diversità delle colture e degli argomenti trattati da Terre d’Essais riflette l’ampia gamma di ortaggi coltivati dai soci della stazione, nonché i numerosi problemi incontrati. Terre d’Essais è un anello essenziale della catena per i coltivatori bretoni, poiché fa da ponte tra i risultati della ricerca e l’identificazione di soluzioni tecniche adattabili sul terreno.
Questa stazione di ricerca, con i suoi 7 equivalenti a tempo pieno, tra cui tecnici e ingegneri esperti, è una struttura a misura d’uomo. La stazione si avvale anche della collaborazione di un ingegnere distaccato per lavorare sulle sperimentazioni a livello nazionale. Terre d’Essais è oggi un attore chiave nella ricerca e nell’innovazione ortofrutticola in Bretagna e in tutta la Francia.

Lavorare insieme per crescere

Per Terre d’Essais la collaborazione è un potente motore di innovazione. Per questo motivo la stazione lavora anche su progetti nazionali. Queste collaborazioni consentono di condividere conoscenze e metodologie per affrontare questioni tecniche comuni a diverse regioni. In questo modo, Terre d’Essais, con il supporto di IRFEL [4], INRAE [5] e delle università, contribuisce a far progredire l’intero settore agricolo.

Terre d’Essais è una vera e propria risorsa per i produttori di ortaggi freschi Prince de Bretagne. Grazie alla sua esperienza nella sperimentazione, la stazione sostiene i produttori nella loro ricerca di innovazione, garantendo al contempo la qualità degli ortaggi per i distributori e i consumatori. Come Pouliquen, Terre d’Essais è fermamente impegnata a sostenere un’agricoltura responsabile, sostenibile e orientata al futuro.

 

Thibault Nordey, Director de la estación de experimentación Terre d'Essais (Bretaña - 22)
[1] Caté: Questa stazione conduce programmi di ricerca applicata su ortaggi freschi, orticoltura ornamentale e funghi coltivati.
[2]OBS: Organizzazione bretone di selezione.
[3] Végénov: Centro di risorse tecnologiche specializzato in vegetali. 
[4] IRFEL: Innovation et Recherche en Fruits et Légumes è l’associazione francese delle stazioni di sperimentazione ortofrutticola.
[5] INRAE: è un istituto di ricerca pubblico che lavora per lo sviluppo coerente e sostenibile dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente.

Norbert Monot è uno degli ultimi collaboratori entrati a far parte del team Pouliquen. Lavora in magazzino come addetto alla preparazione degli ordini. Insieme agli altri magazzinieri è il collegamento diretto tra le stazioni di confezionamento e l’azienda. Norbert è alto, robusto e piuttosto discreto, ma è noto per essere una persona amichevole e dinamica. Nuovo nel settore ortofrutticolo, ha molta voglia di imparare e sta facendo rapidi progressi. Dal suo arrivo nell’agosto 2021, è diventato un elemento essenziale del team. Scoprite di più sulla sua carriera, i suoi compiti e la sua passione.

Un percorso professionale insolito 

Originario di Plouescat, Norbert ha lavorato per molti anni nel settore edile, prima come falegname, poi come elettricista. In particolare, ha lavorato alla realizzazione di catene di supermercati in tutta la Francia. Dopo una caduta da una scala che gli ha causato problemi al ginocchio, Norbert è stato costretto a cambiare lavoro. Così, dopo aver ottenuto il patentino per carrelli elevatori, è entrato, un po’ per caso, nel settore degli ortaggi freschi. Dopo una prima esperienza in un’altra azienda della regione, nell’agosto 2021 è entrato a far parte del team di Pouliquen come magazziniere addetto alla preparazione degli ordini.


La tracciabilità, il cuore della sua attività

Nel corso degli anni, Norbert è diventato un esperto nella preparazione degli ordini e nella ricezione merci. Il suo lavoro consiste nel controllare i pallet di ortaggi freschi nelle varie stazioni Prince de Bretagne della Côtes-d’Armor (22). Inoltre, prepara i pallet, li etichetta con i dettagli del prodotto e con le informazioni per garantire una tracciabilità ottimale dei prodotti. Partecipa attivamente al carico dei camion diretti in Francia, Italia, Polonia e altre destinazioni.
L’accettazione e il controllo dei prodotti è una fase cruciale per Norbert. Esamina meticolosamente ogni pallet controllando che sia ben imballato. In caso di non conformità, informa immediatamente i controllori della stazione per una gestione efficiente.
Per garantire poi la tracciabilità, Norbert fotografa le scansioni di ogni pallet e le trasmette al reparto amministrativo di Pouliquen. Questo consente loro di reagire rapidamente in caso di non conformità e di garantire ai clienti un alto livello di qualità.

Coesione e spirito di squadra, elementi fondamentali per Norbert

Norbert lavora principalmente al fianco di Pierre-Yves e David, addetti alla preparazione ordini per l’area del Finistère (29) e di Denis, commerciale che controlla anche la stazione di confezionamento di Saint-Malo (35). Norbert lavora nei quattro depositi Prince de Bretagne della Côtes-d’Armor (22), dove è responsabile dell’accettazione merce e della preparazione degli ordini. Non c’è routine nel suo lavoro, ogni giorno è diverso e questo a Norbert piace.

«Lavoro con persone che conoscono il loro mestiere e amano quello che fanno. C’è una bella atmosfera e un vero spirito di squadra. Gérard è il capo, ma è sempre disponibile e pronto ad ascoltare. Ci lascia gestire i nostri compiti in completa autonomia».

 



La passione per le bocce e la vita familiare

Al di fuori del lavoro, Norbert è il capitano della squadra di petanque[1] di Saint-Pol-de-Léon, il Pétanque club Léonard. Partecipa regolarmente ai campionati a squadre, dall’uno contro uno alla tripletta. Per lui la petanque è soprattutto un gioco mentale, in cui tutto può cambiare da una partita all’altra.

«La petanque è per l’80% nella testa e per il resto nel braccio».

La petanque fa parte della sua vita da oltre 15 anni. Oltre alle competizioni, gli piace passare il tempo con la sua famiglia… che si allargherà alla fine di ottobre con l’arrivo di un maschietto o una femminuccia.

Norbert è un collega piacevole, dinamico e affidabile. Il suo ruolo cruciale nella tracciabilità degli ortaggi freschi garantisce una qualità impeccabile per i clienti e i partner dell’azienda. Chissà, forse lo incontrerete la prossima volta che visiterete la nostra azienda.

[1] Petanque: Una specialità del gioco delle bocce.

La cipolla di Roscoff DOP, tonda, rosata, poco piccante, succosa, leggermente dolce, buona sia cotta che cruda…
Coltivata qui, alla “fine del mondo”, riesce a soddisfare i palati più esigenti. Ve la offriamo in rete, in cartone, in girsac e in treccia. Focus su quest’ultimo formato che vi permetterà di offrire ai vostri clienti un prodotto di alta gamma ad un prezzo accessibile. Per presentarvi più in dettaglio la treccia di cipolle di Roscoff DOP abbiamo incontrato Alain Rosec, produttore e intrecciatore di cipolle situato a pochi chilometri dalla sede della nostra azienda. Incontriamolo.

Alain Rosec, produttore di cipolle di Roscoff DOP di Sibiril

Sulla cinquantina, uomo robusto dagli occhi sorridenti, Alain Rosec rappresenta la 3a generazione di agricoltori dell’azienda di Keraval a Sibiril (29). Nei suoi campi affacciati sulla Manica, coltiva cavoli, zucche, carote di sabbia, aglio e cipolle di Roscoff DOP. Come suo nonno e suo padre prima di lui, Alain lavora queste terre con passione. «Trovo interessante coltivare ortaggi, nutrire le persone, anche se non è sempre facile». Da quando ha rilevato l’azienda agricola nel 1990, Alain ha scelto di lavorare da solo. Alain è socio della cooperativa agricola SICA Prince de Bretagne.

Le cipolle di Roscoff DOP, coltivate esclusivamente a mano

Una delle particolarità della cipolla di Roscoff DOP è la coltivazione fatta completamente a mano. Quest’anno, sui 14 ettari della sua azienda, Alain ha coltivato ½ ettaro con questa cipolla tipica della nostra regione, per un raccolto di 20 tonnellate circa. Come ogni primavera ha piantato le sue cipolle in semenzaio. Questa tecnica permette alle cipolle di essere trapiantate più tardi nella stagione e di iniziare a crescere nel campo più rapidamente, grazie alle condizioni climatiche più favorevoli.

«Pianto le cipolle sui teli di plastica per lo scalogno. In questo modo evito che le cipolle entrino in contatto diretto con la terra. Quando le raccolgo sono “pulite”. Il tempo che impiego per installare i teli, lo recupero sul tempo di pulizia delle cipolle prima dell’intrecciatura. I teli vengono in seguito recuperati e gestiti dall’azienda in cui li ho acquistati ».

Una volta raccolte, le cipolle vengono stoccate in silos ventilati per garantirne la conservazione. Solo quelle riservate alla fine della stagione sono conservate in frigo e vengono nuovamente messe in commercio, a seconda degli ordini, a partire dal mese di aprile.


Trecce di cipolla fatte a mano

Alain intreccia a mano tutta la sua produzione di cipolle di Roscoff DOP da più di 10 anni. Quest’anno realizzerà da solo più di 20.000 trecce di cipolle di Roscoff DOP. Prima di essere intrecciate, le cipolle vengono selezionate a seconda del calibro: grosso (50-60), medio (40-55) e piccolo (30-40). Il gesto e sicuro e professionale. Alain ci spiega la sua tecnica:

«Prendo un foglio di carta kraft per dare maggiore rigidità alla treccia. Faccio alcuni giri di rafia. Prendo una grossa cipolla, che sarà alla base della treccia, poi tre piccole, in seguito risalgo di 5 cm. Prendo tre cipolle medie e risalgo ancora. A questo punto metto tre grosse cipolle. Faccio un nodo, un cappio e il gioco è fatto. Servono 10 cipolle per fare una treccia da un chilo».

1.04 kg. La bilancia installata nel locale conferma la straordinaria abilità di questo produttore.

«All’inizio, le cipolle intrecciate erano un prodotto di nicchia per i piccoli produttori come me. Oggi siamo molti di più a proporre la treccia. Ma io continuo. Mi tiene occupato in inverno e mi piace».

 

La treccia di cipolle di Roscoff DOP, qualità e conservazione

La treccia di cipolle, che assomiglia a un grappolo, termina con un cappio grazie al quale può essere appesa. Conservate in un luogo fresco e asciutto, le cipolle di Roscoff DOP intrecciate si conservano fino a 8 mesi. Oltre ad essere decorativa, l’intrecciatura delle cipolle permette una conservazione dell’ortaggio per un periodo di tempo più lungo. Infatti, una volta che i gambi sono ben stretti, è più difficile che i germogli escano. Esteticamente gradevole e pratica, alla treccia di cipolle di Roscoff DOP non manca davvero nulla.

Nella categoria dei campionati insoliti, chiediamo… Il campionato mondiale di scalogno! La quarta edizione di questa competizione si è svolta sabato scorso, 8 luglio, a Plounevez-Lochrist, a pochi chilometri dalla nostra azienda (29). Fin dalla prima edizione, Pouliquen è partner di questo evento, che serve a ricordare, non senza umorismo, che la coltivazione dello scalogno fa parte del nostro patrimonio e delle nostre tradizioni regionali. Per l’occasione, Pouliquen ha creato un packaging esclusivo per distribuire le 6 tonnellate di scalogno raccolte durante il campionato.

Per vincere: velocità ed efficienza

Sabato, a ogni tiratore di scalogno (uomo/donna) è stato affidato il compito di arrivare alla fine della propria “tavola” nel minor tempo possibile, su un percorso di 100 metri. In ginocchio, in piedi, di lato: tutte le tecniche sono state accettate, con qualità e velocità di esecuzione come criteri di selezione controllati da una giuria di produttori locali. Nell’ultima edizione, nel 2018, il record è stato di 13’21”. Quest’anno, Florian Le Jeune è il campione del mondo, con un tempo di 13’47”.

Lo scalogno tradizionale coltivato in Bretagna dal XVII secolo 

Pouliquen è partner ufficiale di questo campionato sin dalla sua prima edizione… Improbabile e simbolico. La coltivazione dello scalogno tradizionale è parte integrante dell’identità della nostra regione, della nostra cultura e del nostro patrimonio. Questo campionato mondiale può far ridere, ma ci ricorda un fatto: il nord della Bretagna è storicamente la terra di coltivazione dello scalogno tradizionale. È una terra in cui know-how, esperienza e rigore si fondono, permettendoci di offrire ai nostri clienti prodotti di altissima qualità”. Gérard Quillévéré, direttore di SAS Pouliquen.
La sola Plounévez-Lochrist conta 70 aziende agricole che coltivano scalogno tradizionale. Ogni anno, molti giovani della zona vengono a dare una mano a piantare e raccogliere, contribuendo a perpetuare la tradizione.

Confezioni esclusive

In occasione del campionato mondiale, Pouliquen ha creato una confezione esclusiva per distribuire le 6 tonnellate di scalogno raccolte durante il campionato in reti da 250 grammi. Sabato scorso si è tenuta una prima vendita presso la sede del campionato. Tutti i profitti di questa operazione saranno devoluti all’associazione Une oasis contre la sclérose en plaque (Un’oasi contro la sclerosi multipla), sostenuta quest’anno dagli organizzatori della festa. Gli altri premi saranno messi in vendita ai clienti di Pouliquen questa settimana.
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Filetto di scalogno creato per il 4° Campionato mondiale di raccolta tradizionale dello scalogno
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Stand-Pouliquen-filets-echalotes-World-championship-arracahe-echalotes-2023.
Stand-Pouliquen-filets-echalotes-Campionato del mondo-arracahe-echalotes-2023.
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Lo stand dei filetti di scalogno Pouliquen al Campionato mondiale di raccolta dello scalogno

Secondo l’edizione 2022 del Panorama delle aziende cooperative, la Francia conta 2.200 cooperative agricole, ripartite su tutto il territorio nazionale e alle quali aderiscono 300.000 agricoltori. Le cooperative agricole francesi rappresentano il 40% del fatturato dell’agroalimentare francese. Da 20 anni Pouliquen è distributore ufficiale Prince de Bretagne, marchio che raggruppa tre delle più importanti cooperative orticole della Bretagna: La Sica Saint-Pol-de-Léon (29), Les Maraîchers d’Armor (22) e Terre de Saint Malo (35), vale a dire più di 1.300 produttori.
Come funzionano queste cooperative agricole? Quali vantaggi offrono ai produttori? Per saperlo abbiamo incontrato Paul et Emmanuel Le Dantec, padre e figlio, produttori a Pleubian (22) e soci della cooperativa Les Maraîchers d’Armor. Due uomini, due generazioni che sono la testimonianza dell’evoluzione delle tecniche agricole in Bretagna.

PLQ: Da quanto tempo la vostra famiglia vive di agricoltura?

Paul Le Dantec (padre): siamo nella stessa azienda dal 1850. Il modello agricolo che ho seguito all’inizio era quello di mio padre e di mio nonno prima di lui: 15 vacche da latte, qualche maiale e la patata novella, molto coltivata all’epoca, che coltivavamo su 25 ettari.

PLQ: Come era organizzata la produzione all’inizio della sua carriera?

PLD: Non avevamo dipendenti, ma la nostra azienda agricola era una delle più grandi. Avevamo dei macchinari, un trattore…Lavoravamo la terra per le piccole aziende vicine e, in cambio, i contadini venivano ad aiutarci con la semina, la fienagione, la mietitura, i raccolti…

PLQ: Quando è cambiato il modello agricolo e perché?

PLD: È cambiato a partire dagli anni ’60. Abbiamo cominciato a sviluppare il cavolfiore e il carciofo pur mantenendo patate e vacche da latte. Ho rilevato l’azienda di famiglia nel 1974. Non ho mantenuto a lungo le vacche da latte e le ho sostituite con l’allevamento di torelli. All’epoca la carne si vendeva bene e gli animali ci fornivano il letame per le coltivazioni. Ho smesso negli anni ’90 dopo la crisi della mucca pazza.

PLQ: Emmanuel, quando e come è subentrato a suo padre?

Emmanuel Le Dantec: Ho iniziato nel 1998 come “collaboratore familiare”. Mio padre aveva solo 45 anni ed era troppo giovane passare il testimone. Mi sono messo in proprio due anni e mezzo dopo su 12 ettari, lasciandone 28 a mio padre.

PLQ: Cosa coltivava allora?

ELD: Praticamente gli stessi prodotti di oggi: all’inizio il carciofo Camus, poi il Castel e il violetto, soprattutto per il mercato italiano e, più tardi, il Cardinal. Poi il cavolfiore, il broccolo, la patata novella. Oggi coltivo anche dei cereali.

PLQ: Può parlarci degli inizi della cooperativa agricola Les Maraîchers d’Armor ?

PLD: Les Maraîchers d’Armor prima era l’UCPT, l’Unione delle Cooperative di Paimpol e Tréguier. Questa cooperativa era stata creata nel 1974 per potere accedere ai grandi mercati, soprattutto dopo le grandi crisi degli anni ’60. L’obiettivo era quello di riunire l’intera l’offerta e strutturare le nostre azioni a livello locale. Per fare questo è stato creato il Cerafel, grazie all’UCPT, alla SICA di Saint-Pol-de-Léon, cooperativa del Finistere e a Terre de Saint-Malo, cooperativa dell’Ille et Vilaine. In seguito è stata creato il marchio Prince de Bretagne, comune ai tre dipartimenti.

PLQ: Come funziona oggi la cooperativa?

ELD: C’è un consiglio di amministrazione con un presidente e venti amministratori, tutti produttori/trici e membri della cooperativa. Ogni ortaggio è poi gestito da una commissione in cui siedono una quindicina di produttori che rappresentano le varie stazioni di confezionamento. Alcuni dei responsabili di queste commissioni siedono anche a livello regionale per condividere con gli altri il punto di vista del proprio dipartimento e prendere decisioni sia riguardo ai disciplinari che alla commercializzazione. Perché non c’è solo l’asta, facciamo anche dei contratti, delle gare d’appalto, delle vendite telematiche…

PLQ: Emmanuel, perché quando ha iniziato ha deciso di diventare socio della cooperativa?

ELD: Non mi sono nemmeno posto la domanda. La cooperativa agricola mi permette di avere accesso a dei mercati ai quali altrimenti sarei escluso come indipendente. Siamo sul mercato dei prodotti confezionati. La cooperativa assicura il monitoraggio del mercato e ci dice come procedere, soprattutto per quanto riguarda gli imballaggi. Inoltre aiuta i produttori ad ottenere le certificazioni. Oggi se non sei Global Gap non hai accesso al mercato tedesco. Sei non sei HVE (Haute valeur environnementale- alto valore ambientale), non hai accesso a certe insegne della GDO in Francia…La cooperativa era al nostro fianco per aiutarci. È vero che nella cooperativa noi sei tu a fissare il prezzo, ma sei sicuro di essere pagato.

PLQ: Qual è per lei oggi l’interesse sociale della cooperativa?

ELD: Il fatto di andare a consegnare gli ortaggi tutti i giorni, a fine giornata, ci permette di incontrare gli altri produttori e di parlare con loro. È qualcosa d’importante che non esiste altrove.

PLQ: Per terminare questa intervista. Potreste dirci quale consiglio dareste ad un giovane agricoltore alle prime armi?

ELD: È un bel mestiere! Ci sono dei giorni difficili, i giorni in cui i prezzi sono meno buoni e dei giorni migliori, che sono più confortanti.
PLD: Di unirsi alla cooperativa! Anche se l’organizzazione a volte può sembrare un po’ macchinosa. La gente brontola nei momenti difficili, ma senza la cooperativa sarebbe ancora più difficile. Ci dà accesso al settore industriale, gestisce il mercato. Non potremmo farcela da soli.

 

Intervista realizzata da Élodie Cloarec

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Con sede sulla costa settentrionale della Bretagna, il gruppo Pouliquen, partner di Prince de Bretagne, gode della vicinanza di centinaia di produttori.
Questa vicinanza consente all’azienda di costruire rapporti di fiducia con gli ortolani e di offrire prodotti di altissima qualità, sia in termini di freschezza che di sapore.
Inoltre, garantisce una perfetta tracciabilità del prodotto.

Emmanuel Le Dantec (1er plan), son père, Paul (à gauche) et son équipe de maraîchers.

Confezionamento di ortaggi freschi, visita allo stabilimento di Bro Dreger (22)

Oggi vi portiamo dietro le quinte dell’attività di confezionamento con la visita alla struttura di Bro Dreger. Situato nella regione di Paimpol nel nord della Bretagna (22), Bro Dreger è uno dei quattro centri di confezionamento del marchio Les Maraîchers d’Armor, cooperativa agricola creata nel 1974 e affiliata al gruppo Prince de Bretagne. Questo centro assicura la selezione e il confezionamento di circa 50.000 tonnellate di ortaggi ogni anno.
Qual è la sua storia? Quali ortaggi vengono lavorati? Quali processi di qualità vengono seguiti dai vari team? Andiamo a Bro Dreger!

Bro Dreger, il centro di confezionamento ortaggi del Tregor

Inaugurato nel novembre del 2000, il centro di confezionamento di Bro Dreger è nato dal raggruppamento di piccole strutture e di cooperative associate. Copre un’area che va da Trebeurden a ovest fino a Tréguier a est. La stazione conta oggi 26 dipendenti e lavora in media 50.000 tonnellate di ortaggi ogni anno, pari a circa 100.000 pallet. Sono più di 170 i produttori che consegnano i loro prodotti, sia bio che convenzionali, a questo centro di confezionamento.
Anche se il grosso dell’attività è rappresentato dai pomodori e dagli ortaggi da serra (songino, cetrioli, zucchine, fragole…), i produttori del Trégor lavorano anche gli Allium e gli ortaggi da pieno campo.
“Siempre hemos trabajado con las mismas hortalizas históricas: coliflor, alcachofa, coco y patata, pero se ha producido una gran diversificación, sobre todo en las variedades de tomate.”
Xavier Thépaut, responsable del mercado de coles y alcachofas de Les Maraîchers d’Armor.

Certificazione IFS Food: un imperativo dal campo al camion

Come tutti i produttori Prince de Bretagne, gli orticoltori del Trégor sono i primi a garantire il controllo della qualità dei loro ortaggi. Questo controllo viene effettuato nel campo o en el invernadero durante tutto l’anno seguendo le specifiche stabilite dal disciplinare per ogni tipo di coltura. Per accompagnare i produttori in queste pratiche, i responsabili di prodotto dei vari centri di confezionamento li consigliano e li affiancano mantenendo un’ottica pedagogica. Inoltre, una volta consegnati allo stabilimento, gli ortaggi vengono sottoposti a un’ulteriore fase di selezione prima di essere confezionati. Per una tracciabilità ottimale, i produttori sono indicati su ogni confezione. La digitalizzazione dei processi consente di tracciare con precisione ogni confezione e ogni pallet. Del resto lo stabilimento di Bro Dreger è stato il primo centro di confezionamento del gruppo Prince de Bretagne a ottenere la certificazione IFS Food.

Qualità degli ortaggi e qualità del servizio

Ogni giorno gli agricoltori comunicano al centro di confezionamento le quantità di ortaggi che prevedono di raccogliere il giorno successivo. La conoscenza del territorio e dei produttori consente ai responsabili di prodotto di adeguare queste previsioni, in modo da garantire un prezzo equo ai produttori e una qualità ineccepibile dei prodotti agli acquirenti, pur rimanendo competitivi. Una volta ricevuti, gli ortaggi vengono controllati e poi confezionati secondo le esigenze degli acquirenti. I pallet vengono così realizzati su misura: 30 / 25; 20 / 20 o 20 / 24… La maggior parte degli ortaggi viene spedita il giorno stesso, per garantirne la freschezza.

A maggio, la stagione dei cavolfiori volge al termine e lascia il posto a fragole e pomodori.
Es posible que los próximos paquetes que reciba hayan pasado por la estación de Bro Dreger, cuyo nombre y funcionamiento ya conoce.

Consegna di cavolfiori da parte di un produttore socio della cooperativa.
Preparazione delle confezioni di cavolfiore prima della spedizione.

Oggi vi facciamo incontrare una produttrice diversa da tutte le altre: Rozenn Balnchard, coltivatrice bio a Plouguiel, nella Côtes d’Armor (22).
Moglie di un produttore, fino a poco tempo fa impiegata nel settore bancario, oggi si dedica con piacere alla coltivazione della terra per produrre ortaggi biologici di alta qualità.
Perché ha deciso di dedicarsi all’agricoltura? Come vive questa nuova esperienza professionale? Quali ortaggi coltiva? Vi raccontiamo tutto in questo articolo.

Da dirigente di banca a imprenditrice agricola bio

È nel 2013 che Gregory, marito di Rozenn, riprende l’azienda agricola di “Kerflaca” a Plouguiel (22), di cui era dipendente da quattro anni. Nonostante sia impiegata a tempo pieno in un’altra attività lavorativa, Rozenn, come altre mogli di produttori in Bretagna, partecipa già attivamente e con grande piacere alla vita dell’azienda agricola. Nel 2020 decide allora di lasciare il lavoro di direttrice di banca per dedicarsi a tempo pieno, insieme al marito, alla gestione dell’azienda.
“A livello professionale avevo fatto tutto quello che potevo fare qui a livello locale. È stata una scelta legata alla famiglia perché la vita famigliare ruota intorno all’azienda. È un’attività che richiede certamente molto impegno, ma sono molto più libera di prima “.

Produrre ortaggi biologici, una scelta naturale

L’azienda di Kerflaca dispone di una cinquantina di ettari nei quali si coltivano una decina di varietà di ortaggi biologici: scalogno, carciofi, cavolfiori, broccoli, piselli, finocchi, patate e diverse varietà di zucca. Per Rozenn e Grégory, che ha seguito un percorso di studi nel settore ambientale, dedicarsi al biologico è stata una scelta naturale.
“ È una questione di mentalità. Rispettiamo la terra e l’ambiente senza aggiungere nulla di artificiale e seguendo il ciclo delle stagioni”.

Produttrice bio: passione e rigore

La rotazione delle colture richiesta dalla produzione di ortaggi biologici necessita di un utilizzo di una varietà di ortaggi più ampia rispetto all’agricoltura convenzionale ma, per Rozenn, questa è una cosa piuttosto positiva.
“Posso svolgere dieci attività diverse durante la giornata. È un lavoro molto vario”.
Anche le esigenze imposte dal disciplinare per l’agricoltura biologica sono un vantaggio per lei.
“Facciamo un lavoro molto tecnico che richiede molti interventi sia meccanici che manuali. Passiamo molto tempo ad osservare le colture e bisogna essere bravi a giocare d’anticipo. Siamo molto condizionati dalle condizioni meteorologiche, ma siamo fieri di fare dei prodotti sani”.

Un’agricoltura bio 3.0

Prima di diventare dipendente dell’azienda, Rozenn collaborava già con la cooperativa Les Maraîchers d’Armor (Prince de Bretagne) di cui sono soci lei e il marito. Da dieci anni è membro attivo del “gruppo ricette” che si occupa di elaborare ricette semplici ma originali con lo scopo di valorizzare gli ortaggi prodotti nella regione. Oltre a pubblicare le ricette online, il gruppo organizza anche delle presentazioni di vendita nei negozi o durante gli eventi locali. “Sono delle belle opportunità per incontrare e parlare direttamente con i consumatori e per spiegare loro il nostro lavoro”.
Rozenn, da dicembre, è anche presidente della commissione che si occupa della comunicazione della cooperativa Les Maraîchers d’Armor. Si occupa principalmente di dare visibilità sui social network alla cooperativa, ai produttori e ai loro prodotti. “Ho ancora uno sguardo da principiante verso questo settore e questo mi permette di mettere in evidenza quanto sia gratificante e appagante”.

Rozenn non resterà una principiante ancora per molto, ma la sua motivazione la porterà a continuare a parlare ancora a lungo di questo magnifica attività di produttore bio.

Annunciata qualche mese fa, la nostra tradizionale attività di confezionamento dello scalogno biologico è stata avviata. L’ampliamento dell’edificio costruito per ospitare questa nuova attività presso la sede dell’azienda a Cléder (29) è ora occupato dalle macchine e dal team dedicato. Questa nuova gamma è destinata sia al mercato francese che a quello dell’esportazione. I primi ordini sono già stati spediti.

Rendere i prodotti biologici accessibili al maggior numero possibile di persone

“Il nostro obiettivo è quello di rendere il prezzo dello scalogno biologico tradizionale accessibile al maggior numero possibile di consumatori. Il fatto che un prodotto sia biologico non significa che debba essere tre volte più costoso di un prodotto convenzionale. La differenza di prezzo tra lo scalogno tradizionale biologico e quello convenzionale è giustificata dai maggiori costi di produzione del biologico. La differenza di prezzo dovrebbe quindi limitarsi a questa sola differenza. Questa nuova attività è anche un modo per sostenere i produttori biologici. ” 


Gérard Quillévéré, condirettore di SAS Pouliquen

Offerta di due formati di confezionamento

Offriamo lo scalogno biologico tradizionale in due formati di confezionamento: treccia e rete.
La treccia da 350 grammi è un’esclusiva di Pouliquen. Questo formato consente di offrire un prodotto di alta gamma, che il consumatore acquisterà con piacere e terrà in cucina. Il peso di 350 grammi ci permette di offrire una treccia di scalogno biologica tradizionale nella stessa fascia di prezzo della treccia convenzionale da 500 grammi.
Il secondo formato offerto è la rete da 250 grammi, che soddisfa le aspettative generali del mercato.

Imballaggio ecologico per lo scalogno biologico tradizionale

La nostra treccia di scalogno biologico tradizionale è realizzata con pali di bambù e filo di lino, tutti compostabili al 100%. La rete è realizzata in cellulosa di legno. 
Le etichette di queste due referenze sono in carta grezza, riciclabile al 100%.
Questo packaging eco-responsabile permette di proporre un’offerta globale coerente, che risponde alle aspettative dei consumatori di prodotti biologici e, soprattutto, agli attuali imperativi ambientali.

Confezionamento di allium biologici, un’attività complementare

Questa nuova attività di confezionamento è completamente indipendente dalla prima e richiede risorse aggiuntive. Il volume del confezionamento convenzionale, così come i tempi di preparazione, rimarranno invariati.
1500 tonnellate di scalogno biologico tradizionale sono prodotte ogni anno dai produttori di Prince de Bretagne. Con questa nuova gamma, confermiamo il nostro sostegno ai produttori, sia convenzionali che biologici.

La nostra treccia di scalogno bio

Joël Quillévéré è il “novellino” di Pouliquen. È entrato in azienda ad inizio gennaio come responsabile della qualità per scalogno e cipolla. Il suo ruolo principale sarà quello di garantire la qualità degli Allium dal  campo fino al nostro centro di confezionamento e di collaborare con i diversi reparti dell’azienda. Focus sul percorso e le mansioni del nuovo volto del team Pouliquen.

L’esperienza sul campo, un valore aggiunto per Pouliquen


Joël conosce molto bene il mondo dell’agricoltura. Figlio di agricoltori, ottiene un BTSA ACSE (diploma di tecnico specializzato in analisi, gestione e strategia dell’azienda agricola) e, dopo aver pensato, in un primo tempo, di riprendere l’azienda di famiglia, decide  poi di occuparsi di altro: sarà infatti per quattro anni compratore di ortaggi all’asta di Saint-Pol-de-Léon (29, Nord Finistère) e poi magazziniere nel settore delle forniture per l’agricoltura. A quell’epoca le aziende che commercializzano materiale per l’agricoltura hanno ancora un ruolo di consulenza molto importante e, per 15 anni, Joël lo svolge a pieno accompagnando e consigliando i suoi clienti agricoltori su ogni cosa, sia che si tratti di quali teli scegliere per piantare lo scalogno tradizionale o quali prodotti fitosanitari utilizzare. Dopo questa esperienza scopre un altro aspetto legato sempre alla consulenza, quello sul campo,  diventando tecnico commerciale.

« Mi interessava soprattutto l’assistenza tecnica. L’aspetto commerciale è venuto di conseguenza.».

Prima di arrivare da Pouliquen Joël lavora per quattro anni per un’azienda che produce sementi occupandosi della verifica delle superfici da coltivare e accompagnando i produttori nella moltiplicazione delle sementi.

Assicurare il controllo qualità dello scalogno


Il compito principale di Joël è di assicurare la qualità di scalogno e cipolle prima che raggiungano Pouliquen per il confezionamento. Per garantire ciò, lavora a stretto contatto con i produttori in modo da garantire che lo scalogno prodotto rispetti le esigenze specifiche dei nostri clienti. Dalle parcelle di produzione fino alle stazioni di confezionamento Joël assicura la qualità di cipolle e scalogno. Aspetto generale, germinazione, calibro nulla viene lasciato al caso. È un lavoro che permette di garantire una prima cernita del prodotto e si affianca a quello svolto ormai da diversi anni dal nostro responsabile qualità, Loïc Gautier. L’insieme delle nostre pratiche di qualità permette di garantire ai nostri clienti un altissimo livello di soddisfazione.

Joël, il coltellino svizzero di Pouliquen


Grazie alla sua esperienza e alla conoscenza del settore, Joël offre il suo aiuto prezioso anche agli altri reparti dell’azienda come la logistica e il confezionamento. Nei periodi di lavoro più intensi o nei periodi di ferie, Joël è in grado di affiancare o sostituire occasionalmente sia il responsabile della logistica che il responsabile del confezionamento. Può occuparsi anche dell’acquisto dello scalogno, se necessario. Quando si chiede a Joël qual è la cosa che più gli piace del suo nuovo lavoro, lui risponde senza il minimo dubbio « Tutto ! La diversità, il lato multitasking. Non ci si annoia mai. ».

La corsa come sfogo 


Anche se Joël corre tutto il giorno al lavoro, non riesce a stare fermo neanche nel tempo libero. Grande fanatico della corsa, si allena costantemente per affrontare diverse sfide sportive. Dopo una quindicina di maratone, è la volta de “l’Extreme trail de l’Aber Wrac’h”, una corsa di 57 km con un dislivello di 1100 m, molto conosciuta nella nostra regione e che attira appassionati da tutta la Francia. Vedremo quindi Joël correre nei campi (o quasi), ma, questa volta, senza controllare la qualità dello scalogno.