Alto, dai capelli scuri, sulla trentina, Florian Le Saint ci accoglie di buonora nella sua azienda a Plouzévédé, a pochi chilometri dalla sede di Pouliquen. Qui coltiva quasi una dozzina di varietà di ortaggi biologici su poche centinaia di ettari, prati e punti d’acqua compresi. Siamo a metà luglio, è finita la raccolta dello scalogno tradizionale biologico, è in pieno svolgimento la semina di cavoli e broccoli.
È nel 2016 che Florian, figlio di agricoltori, vi si stabilisce rilevando l’attività da un vicino produttore che andava in pensione. Oggi Florian ha quattro dipendenti a tempo pieno, inclusa sua madre, oltre a squadre di lavoratori stagionali che vengono ad aiutarlo con la semina e la raccolta.
Lo scalogno tradizionale bio: 100% Molène
Florian coltiva solo la Molène, una varietà sviluppata dall’OBS, l’Organismo Bretone di Selezione. Questa varietà è stata creata per consentire lo sviluppo della coltivazione dello scalogno in biologico quindi senza l’utilizzo di prodotti fitosanitari. È particolarmente resistente alla peronospora, una serie di malattie fungine che possono causare seri danni alle piante. Questa varietà permette la raccolta di 15 tonnellate di scalogno per ettaro, una resa interessante per il biologico. La coltivazione dello scalogno tradizionale biologico richiede molto lavoro e attrezzature, soprattutto per il diserbo, che viene eseguito manualmente.
«Bisogna considerare 250 ore di lavoro per ettaro, ovvero 3.000 per la totalità dell’azienda. Quest’anno solo il diserbo dei 12 ettari e mezzo piantati ci ha richiesto 625 ore.»
Florian Le Saint, produttore di scalogno bio.
La coltivazione dello scalogno tradizionale bio: un percorso tecnico curato nei minimi dettagli
In biologico, lo scalogno viene piantato nella la prima metà di febbraio. Il foro praticato nel telone è adattato al calibro del bulbo in modo da prevenire la crescita di erbe infestanti attorno allo scalogno. Questa particolare attenzione prestata al momento della messa a dimora permette di limitare in seguito i tempi di diserbo. Oltre al diserbo manuale, devono essere effettuati da tre a quattro passaggi di zappatura tra le file di allium. Questa zappatura viene effettuata filare per filare. L’estirpazione avviene alla fine di giugno o all’inizio di luglio, a seconda delle annate e delle condizioni meteorologiche. Lo scalogno rimane poi ad appassire in campo per dieci giorni.
“Questo è il tempo necessario perché la linfa ridiscenda nel bulbo. L’essiccazione avviene meglio in campo che in frigorifero.»
Due o tre settimane dopo la raccolta, gli scalogni saranno sottoposti a termoterapia. Si conservano per sette giorni tra 30 e 35°C. Dal 1 ottobre i frigoriferi verranno abbassati a zero gradi. Questa è una specificità dello scalogno tradizionale bio.
La fibra ecologica di padre in figlio
Il padre di Florian si è convertito al biologico nel 1996. È stato uno dei primi produttori ad aver creato la sezione biologica della SICA, una sezione regionale costituita all’epoca con produttori associati di altri dipartimenti. Florian ha visto negli anni che era possibile produrre ortaggi di qualità e ottenere buone rese in biologico. Al momento del suo insediamento, la questione non si poneva nemmeno. La sua azienda sarebbe stata biologica o non se ne sarebbe fatto nulla.
“Il pianeta brucia e ogni giorno, quando vado al lavoro, mi sento come se stessi facendo qualcosa per il pianeta. Penso che questo metodo di produzione sia più sostenibile.»
Come in ogni azienda agricola biologica, Florian non utilizza fertilizzanti minerali o prodotti fitosanitari. Diplomato al BTS agricolo ACSE (Analisi, Gestione e Strategia dell’Azienda Agricola), nutre un forte interesse per l’agronomia e la lavorazione del terreno.
«Nutriamo il nostro terreno che nutre la pianta. C’è una grande rotazione sui nostri appezzamenti. Vi si coltivano una decina di varietà di ortaggi, per non parlare delle colture di copertura. Nella mia carriera, vedrò lo scalogno solo da 4 a 5 volte nella stessa parcella.»
I 100 ettari dell’azienda agricola comprendono anche prati permanenti, oltre a stagni, garanzia di rispetto della biodiversità.
L’impegno di Florian Le Saint non si limita alla sua azienda. È infatti anche Referente dello scalogno all’interno della SICA, cooperativa Prince de Bretagne. A 31 anni intende promuovere l’agricoltura biologica per molti anni a venire.

Dopo la certificazione IFS del 2018, Pouliquen ha ottenuto, alcune settimane fa, il marchio PME+. Questa certificazione, riconosciuta in tutta la Francia, viene conferita ad aziende indipendenti francesi a taglia umana che si distinguono per attuare pratiche etiche e responsabili. Per noi rappresenta un riconoscimento sia della nostra fortissima volontà di migliorare la qualità e le procedure che delle azioni portate avanti in questa direzione. Pouliquen è la 192a azienda francese ad ottenere questo marchio.
Oggi la certificazione PME+ dell’azienda conferma il riconoscimento delle azioni svolte nell’ambito della politica di RSI: approvvigionamento responsabile da produttori locali, sviluppo di una gamma biologica, donazioni alimentari alle associazioni, valorizzazione dei rifiuti, sviluppo di un nuovo packaging compostabile…
Promuovere acquisti responsabili
La nostra politica di acquisti verso i produttori Prince de Bretagne ci consente di lavorare in particolare con aziende agricole indipendenti e familiari e di promuovere ortaggi freschi e di stagione, sia biologici che convenzionali, coltivati da orticoltori eco-responsabili.
Tutti i nostri produttori e fornitori si trovano in un raggio di 100 km. Per la totalità dello scalogno e della cipolla, lavoriamo con produttori storici Prince de Bretagne. Anche per il confezionamento primario, le etichette e i cartoni da imballaggio ci avvaliamo di aziende locali, alcune delle quali si trovano a meno di un chilometro dalla sede della nostra azienda.
Pouliquen si impegna per un’agricoltura sostenibile
Da diversi anni offriamo una gamma di ortaggi biologici, in collaborazione con i produttori Prince de Bretagne certificati Ecocert. Per soddisfare le normative vigenti è stata creata una catena di produzione specifica per questa gamma biologica. Un ampliamento di 500 mq, dedicato al confezionamento degli allium biologici, è stato realizzato nel 2020 e inaugurato il 2 luglio scorso in occasione del centenario dell’azienda. Entrerà in attività nel secondo semestre del 2022.
Coinvolgimento sociale e solidarietà
Da più di un anno e mezzo, Pouliquen effettua donazioni alimentari regolari ai Restos du Cœur. Una dozzina di tonnellate di scalogno e cipolle rosa di Bretagna vengono consegnate al magazzino donazioni di Vannes (56) ogni mese. Ciò rappresenta circa 24.000 unità per i beneficiari.
Limitare le nostre emissioni di CO2
Quasi tutti i nostri rifiuti organici vengono riciclati mediante metanizzazione in collaborazione con un produttore locale. Stiamo sviluppando anche il telelavoro e il carpooling. Limitiamo anche i nostri spostamenti su strada poichè l’attività di commercio degli ortaggi è centralizzata in un unico sito.
L’approccio RSI di Pouliquen è oggi legato alla sua capacità di innovazione. Ad esempio, negli ultimi mesi, la nostra gamma «Côté Marché» (distribuita da LIDL) utilizza imballaggi in rete compostabile.
«Il nostro desiderio è promuovere il territorio bretone in Francia, in Europa e anche oltre. Il nostro approccio di RSI ci consente e ci consentirà ancora di più in futuro di promuovere la nostra regione, i suoi attori e il loro know-how. L’ottenimento del marchio PME+ rappresenta per noi un grande riconoscimento.»
Gérard Quillévéré, direttore di Pouliquen SAS

Sono ben 100 anni che Pouliquen commercializza allium e verdure fresche dal Nord della Bretagna. Sabato scorso 2 luglio, l’azienda ha celebrato il centenario con un evento a cui hanno partecipato più di 300 persone tra dipendenti, partner e clienti. Questo evento è stato anche l’occasione per inaugurare (finalmente) l’edificio di 500 mq realizzato nel 2020 e interamente dedicato allo sviluppo dell’attività di confezionamento e commercio di allium biologici. Infine questo incontro ha offerto a Pouliquen l’opportunità di annunciare a tutti i presenti di aver ottenuto il marchio RSI PME+*.
Clienti presenti in più di 20 paesi
È nel 1917, a 20 km dalla sede attuale dell’azienda, nel comune di Plounéour-trez (29), che Roger Pouliquen crea l’azienda a suo nome. Inizia l’attività all’età di 15 anni vendendo patate. È all’inizio degli anni ’30 che l’attività dell’azienda si rivolge al commercio di aglio e cipolla. Lo scalogno entra in catalogo intorno al 1975 e diventa gradualmente il protagonista della gamma Pouliquen.
Nel 2021 l’azienda, che conta 25 dipendenti, presto 28, ha commercializzato quasi 11.000 tonnellate di scalogno e cipolle e altre 11.000 di verdure fresche (cavoli, cavolfiori, broccoli, carciofi, carote, pomodori, zucche, ecc.).
Sviluppo dell’attività nel biologico
C’è una forte volontà da parte dell’azienda di sviluppare l’attività nel biologico. Per fare questo nel 2020 è stata realizzata un’estensione di 500 mq dedicata al confezionamento di allium biologici che è stata inaugurata il 2 luglio scorso. L’attività inizierà entro la fine del 2022.
«I nostri progetti futuri sono dettati dalla voglia di svilupparci nel rispetto delle nostre relazioni
con i partner locali, con i fornitori, con i trasportatori e del nostro coinvolgimento nella RSI. Per questo abbiamo deciso di sviluppare un ramo di «confezionamento» per il biologico, oltre alla nostra attuale attività. Il biologico non deve essere inaccessibile ai consumatori, dobbiamo tenerne conto. È importante anche sostenere lo sviluppo dei produttori biologici allo stesso modo di quelli dell’agricoltura convenzionale.»
Gérard Quillévéré, co-direttore di Pouliquen.
La RSI al centro della strategia aziendale
Gérard Quillévéré, direttore dell’azienda, ha a cuore il benessere dei dipendenti. A questo scopo sono stati realizzati diversi miglioramenti sia nei reparti operativi, in particolare con l’installazione di sistemi di automazione, sia negli uffici. La responsabilità sociale d’impresa si riflette anche attraverso diversi impegni. Ambientali prima di tutto, Pouliquen recupera il 95% dei suoi rifiuti organici grazie a una partnership instaurata con un produttore locale che ha sviluppato un’attività di metanizzazione. Sono state inoltre avviate azioni per ridurre i rifiuti plastici e, da dicembre 2021, sono state risparmiate 10 tonnellate di rifiuti. Infine Pouliquen collabora con diverse associazioni a vocazione sociale, tra cui i Restos du cœur a cui consegna in media ogni mese,nel magazzino di Vannes (56), una dozzina di tonnellate di scalogno e cipolle rosa di Bretagna. Ciò rappresenta circa 24.000 unità per i beneficiari.
Tutte queste azioni hanno consentito a Pouliquen di diventare la 191a azienda a ricevere il marchio PME+. Questa certificazione, riconosciuta in tutta la Francia, viene conferita ad aziende indipendenti francesi a taglia umana che si distinguono per attuare pratiche etiche e responsabili.
Nuove assunzioni
Dall’acquisizione dell’azienda da parte di Gérard Quillévéré e Pascal Jaouen nel 2002, l’attività ha continuato a svilupparsi. Da allora infatti, il fatturato di Pouliquen è stato moltiplicato per 10. In una logica di sviluppo e al fine di avere i mezzi per lo sviluppo dell’attività nel settore biologico, tre nuovi commerciali entreranno a far parte dell’azienda entro il prossimo settembre, portando così a 28 il numero dei dipendenti.
*(Riconoscimento delle pratiche etiche e responsabili per le PMI in materia di Responsabilità Sociale d’Impresa)






Da più di un anno e mezzo Pouliquen sostiene l’associazione i Restos du Cœur (I Ristoranti del Cuore) con donazioni regolari di allium. In media, ogni mese, vengono consegnate al magazzino doni di Vannes (56) una dozzina di tonnellate di scalogno e cipolle rosa di Bretagna. Ciò rappresenta circa 24.000 unità per i beneficiari. Questa azione fa parte dell’approccio RSI di Pouliquen ed è destinata a durare nel tempo.
I Restos du Cœur, più di 35 anni di solidarietà
Fondata nel 1985 da Coluche, famoso comico francese e grande umanista, i Restos du Cœur è un’associazione riconosciuta di pubblica utilità ai sensi della legge del 1901. Lo scopo di questa associazione è di «aiutare e fornire assistenza volontaria alle persone bisognose, in particolare nel settore alimentare fornendo loro accesso a pasti gratuiti e partecipando alla loro integrazione sociale ed economica, nonché a qualsiasi azione contro la povertà in tutte le sue forme».
I Restos du Cœur in cifre:
– 1,2 milioni di persone aiutate, di cui 850.000 durante la campagna invernale
– 70.000 volontari
– 1.923 centri e filiali
– 142 milioni di pasti bilanciati* distribuiti nell’ultima campagna (2020-2021)
– 59.000 bambini sotto i 18 mesi aiutati lo scorso anno tramite i 70 «Restos Bébé du Cœur»
«Le aziende hanno una responsabilità sociale e societaria. Quando un’azienda sta andando bene, penso che sia suo dovere aiutare. Questa partnership tra Pouliquen e i Restos du Cœur è un’opportunità per noi di dimostrare solidarietà.»
Gérard Quillévéré, direttore di Pouliquen
«Il 40% delle persone aiutate dai Restos du Cœur erano minorenni»
“Oggi le carenze nutrizionali più gravi sono quasi scomparse, ma i volti della precarietà si stanno diversificando: l’anno scorso il 40% delle persone aiutate dai Restos du Cœur erano minorenni e 1 persona su 2 aveva meno di 25 anni.
È per rispondere alla diversità dei bisogni e al diverso pubblico accolto che i Restos stanno intensificando i loro sforzi per continuare le loro azioni di aiuto alle persone durante tutto l’anno. L’aiuto alimentare consente aiuti di emergenza ma soprattutto rappresenta il punto di contatto privilegiato per consentire un sostegno all’autonomia. Il rapporto di fiducia instaurato nella fase di accoglienza e l’impegno dei volontari per aiutare queste persone permette di offrire percorsi di reinserimento sociale: laboratori e orti di integrazione, posti letto di emergenza, camion e punti ristoro con pasti caldi, Restos Bébés du Cœur, partenze in vacanza , laboratori per il sostegno scolastico e la lotta all’analfabetismo, introduzione all’informatica, consulenze di bilancio, accesso alla giustizia e ai diritti, sostegno alla ricerca di lavoro (SRE) e micro credito personale…” **
La settimana scorsa sono stati inviati ai Restos du Cœur 30.000 retine di scalogno e cipolla rosa. L’azienda Pouliquen continuerà il suo impegno al fianco di questa associazione il più a lungo possibile. Questa azione è parte integrante dell’approccio RSI della nostra azienda.
* Equivalenti dei pasti
** Fonte : www.restosducoeur.org
Cos’è l’IFS Food?
«L’IFS Food è uno standard riconosciuto dalla GFSI (Global Food Safety Initiative) destinato all’audit della qualità e sicurezza dei processi e dei prodotti delle aziende agroalimentari. Riguarda le aziende di trasformazione alimentare o di confezionamento di prodotti sfusi.
L’IFS Food si applica quando i prodotti vengono «trasformati» o quando esiste il pericolo di contaminazione dei prodotti durante il confezionamento primario. Lo standard IFS Food è importante per tutte le aziende agroalimentari, in particolare per quelle che producono prodotti a marchio del distributore, in quanto contiene molti requisiti relativi al rispetto dei disciplinari. Valorizza gli sforzi di produzione e marketing impiegati per la sicurezza e la qualità dei marchi. »*
Pouliquen certificata IFS Food dal 2019
È stato nel 2017 che Pouliquen si è impegnata a ottenere la certificazione IFS Food, al fine di fornire ai nostri clienti un’ulteriore prova della qualità e della tracciabilità dei nostri scalogni, selezionati e confezionati nella nostra sede di Cléder (29). Nel 2019 la nostra azienda ha ottenuto per la prima volta la certificazione IFS Food e da allora l’ha rinnovata ogni anno.
L’ottenimento di questa certificazione è stato possibile grazie all’implementazione di un sistema di qualità esigente ed efficace. La capacità della nostra azienda di mantenere il livello di qualità sin dalla prima certificazione nel 2019, dimostra ai nostri clienti il nostro coinvolgimento e la nostra serietà in termini di qualità dei prodotti e sicurezza alimentare.
Sviluppare la « Food Safety culture » alla Pouliquen
Al fine di garantire il mantenimento del livello di qualità e di rinnovare ogni anno la nostra certificazione IFS Food, il nostro reparto qualità lavora non solo per soddisfare i requisiti della normativa, ma anche per sensibilizzare e coinvolgere tutti i nostri dipendenti, in modo che l’ottenimento dell’IFS Food sia il risultato di un lavoro collettivo e a lungo termine. Dal suo arrivo in azienda nel 2016, il nostro responsabile della qualità, Loïc Gautier, si è impegnato in particolare a sviluppare la comunicazione interna, nonché la formazione di tutti i reparti dell’azienda, dalla produzione alle vendite, compresi i servizi amministrativi. In questo contesto, delle formazioni per piccoli gruppi da 4 a 5 persone vengono svolte regolarmente. Dei questionari, sottoposti in azienda ai dipendenti, consentono di verificare la corretta comprensione delle informazioni fornite. Tracciabilità, frode alimentare, Food Defense… Durante queste sessioni di formazione vengono trattati tutti gli argomenti elencati nello standard IFS Food.
Inoltre, durante tutto l’anno, Loïc si confronta regolarmente e individualmente con ciascun dipendente, al fine di garantire che sia mantenuto il coinvolgimento di tutti i membri del team, nonché per rispondere a qualsiasi domanda.
IFS Food V7, le sei aree dell’azienda interessata*
IFS Food V7 copre sei principali aree aziendali, tutte considerate essenziali per stabilire processi efficaci che garantiscano la sicurezza e la qualità dei prodotti.
• Governance e impegno: revisione dell’impegno del management a sostenere la food safety culture della sicurezza alimentare e della politica di garanzia della qualità.
• Sistema di gestione della sicurezza alimentare e della qualità: necessario per soddisfare i requisiti legali e di sicurezza alimentare, nonché le specifiche del cliente.
• Gestione delle risorse: gestione delle risorse umane, delle condizioni di lavoro, dell’igiene e dei servizi igienico-sanitari per garantire la sicurezza dei prodotti.
• Processi operativi: produzione di prodotti sicuri e di qualità secondo le specifiche del cliente.
• Misurazioni, analisi e miglioramenti: sopralluoghi, validazione dei processi e gestione dei reclami e delle azioni correttive.
• Piano di food defense: tutela dell’integrità dell’azienda e dei prodotti realizzati.
Quest’anno, dei 241 requisiti verificati per il rinnovo di IFS Food v7, Pouliquen ha ottenuto una A per 236 di essi, cioè un punteggio del 94,57%. Il prossimo audit di rinnovo IFS Food si svolgerà nel 1° trimestre del 2023. Fino ad allora, tutti i nostri dipendenti, guidati dal nostro reparto qualità, continueranno i loro sforzi per garantire la qualità e la tracciabilità di tutti i nostri prodotti.
Tutte le verdure nascono da semi, bulbi, piante, lo sanno tutti. Ma sai dove e come vengono utilizzati dai nostri partner produttori Prince de Bretagne? Per rispondere a queste domande abbiamo incontrato David Esnault, responsabile sviluppo e vendite presso l’OBS (Organizzazione Bretone di Selezione), situata nel comune di Plougoulm (29), a pochi chilometri dalla sede di Pouliquen.
Perché è stata creata l’Organizzazione Bretone di Selezione (OBS)?
L’OBS è stata creata nel 1970 su iniziativa dei produttori delle cooperative agricole bretoni Sica Saint-Pol-de-Léon, La Bretonne, Les Maraîchers d’Armor e Terre de Saint Malo, per accedere a una genetica che risponda ai loro bisogni specifici, al loro terroir unico, alle tendenze della società e al loro mercato. L’OBS è ancora oggi gestito dai produttori. Beneficia di una perfetta conoscenza delle problematiche del settore e contribuisce allo sviluppo delle 1871 aziende agricole riunite all’interno del Cerafel (Prince de Bretagne).
Com’è organizzata l’OBS?
L’OBS svolge due ruoli: la selezione varietale, nonché la produzione di piante e semi certificati.
L’OBS crea varietà e produce semi secondo gli orientamenti strategici dei produttori. Garantisce loro un’indipendenza genetica.
Se nei primi anni ’70 l’attività di ricerca era concentrata sul cavolfiore, oggi l’OBS lavora anche sul romanesco, sul carciofo, sul coco di Paimpol, sullo scalogno, sulla cipolla di Roscoff, sul crosne, sul cerfoglio tuberoso, sulla carota viola, sulla zucca, oltre che sulle piante da vivaio come l’agapanthus.
Dalla ricerca alla commercializzazione delle sementi, l’OBS ha scelto di controllare ciascuna delle fasi al fine di garantire la fornitura di semi e piantine al miglior costo.
Di quali mezzi dispone l’OBS?
L’OBS è composto da un team equivalente a 35 lavoratori a tempo pieno, tra cui un fitopatologo, dei ricercatori e dei selezionatori. Il team della OBS opera su 8 ettari di superficie coperta e 30 in pieno campo. L’organizzazione dispone anche di un laboratorio di coltura in vitro, di un’unità di trattamento delle sementi e di un allevamento di 150 alveari. L’OBS è certificata per la produzione di sementi biologiche.
Quali sono le problematiche alle quali risponde il lavoro dell’OBS?
La creazione di nuove varietà di ortaggi risponde a problematiche sia economiche che ecologiche. Economiche, perché la sostenibilità dell’attività dei produttori e quindi del settore orticolo bretone richiede la capacità di creare volumi sufficienti e di alta qualità, su base regolare, per guadagnare competitività. Ecologiche, perché oggi gli orticoltori devono affrontare sfide ambientali che implicano la riduzione del loro impatto sull’ambiente, la risposta ai cambiamenti legislativi (divieto graduale di molti prodotti fitosanitari) e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Gli estremi climatici sono molto più marcati di prima. Possono esserci, ad esempio, periodi molto lunghi senza precipitazioni seguiti da periodi molto piovosi. Può fare freddo a fine stagione. La regione vive anche picchi di caldo… Tutto ciò rappresenta una vera sfida per gli agricoltori.
Qual è il ciclo produttivo di una nuova varietà di ortaggi ?
La creazione varietale è un lavoro a lungo termine. Ci vogliono dai 10 ai 15 anni tra la stesura del disciplinare e la certificazione dei primi impianti. Una volta redatto il disciplinare, definiti gli obiettivi, ad esempio, creare una varietà di scalogno resistente alla peronospora (un fungo – ndr), l’OBS inizia il lavoro genetico con l’incrocio manuale delle varietà selezionate. Questa fase dura dai 6 agli 8 anni. In seguito, inizia il ciclo della creazione che richiede sei anni di lavoro. Dopodiché ci vogliono altri tre anni per il lavoro di moltiplicazione prima che la nuova varietà possa essere messa a disposizione dei coltivatori. L’OBS deve quindi essere in grado di anticipare i cambiamenti, sia ambientali che sociali, nonché l’evoluzione delle pratiche agricole. Dobbiamo garantire che la varietà che verrà messa a disposizione dopo 10 o 15 anni risponda ancora a una reale esigenza dei produttori.
Come si fa a garantire l’interesse della nuova varietà creata, prima che venga commercializzata?
Per ogni lavoro di creazione di una nuova varietà, noi creiamo una rete di produttori rappresentativi della regione, unendo produttori biologici e convenzionali, con condizioni pedoclimatiche e pratiche agricole diverse. Abbiamo quindi feedback diretti e continui da produttori con profili e aspettative molto diversi.
Per concludere questa intervista, può spiegarci il suo ruolo all’interno dell’OBS?
Sono responsabile dello sviluppo e delle vendite. Gestisco la rete dei produttori e sono il tramite tra le varie stazioni sperimentali di Prince de Bretagne, il CATÉ (convenzionale) e Terre d’essai (biologico), le cooperative, i produttori e i nostri clienti.
Mi occupo anche della produzione di piante certificate, in particolare allium, cipolle e scalogni. In questo contesto stipulo contratti con i produttori moltiplicatori. Definisco gli obiettivi, le varietà da moltiplicare, la durata dei contratti, ecc… Anche in questo caso, gestisco la rete e mi assicuro che le piante soddisfino i requisiti di certificazione. È un mestiere tecnico, molto diversificato e appassionante!
Lo scorso agosto è stato creato il Collettivo dello scalogno tradizionale nel nord del Finistère (29) su iniziativa dei produttori e commercianti di questo allium. L’obiettivo: unire la filiera regionale e ottenere il riconoscimento dello scalogno tradizionale come prodotto d’eccezione, ottenendo la Label Rouge (Etichetta Rossa), oltre all’IGP (Indicazione Geografica Protetta) «Scalogno tradizionale di Bretagna». Già più di 100 attori regionali, incluso Pouliquen, hanno aderito a questo gruppo.
Unire gli attori locali e regionali
Il Collettivo dello scalogno tradizionale, costituito in forma di associazione, ha l’obiettivo principale di consolidare la filiera e consentire il mantenimento e lo sviluppo di questa coltura in Bretagna. Così i membri del collettivo, accompagnati dalla dipendente dell’associazione Camille Le Monnier, ingegnere agricolo, incontrano gli attori delle filiere, i produttori, i moltiplicatori e i commercianti, biologici e convenzionali, per far conoscere il progetto. Vengono organizzati regolarmente workshop e incontri di consultazione in modo che il settore sia costruito collettivamente da tutti gli attori interessati.
IGP e Label Rouge
Il collettivo dello scalogno tradizionale punta a due livelli di riconoscimento: la Label Rouge e l’IGP (Indicazione Geografica Protetta).
La Label Rouge è un marchio nazionale che permette al consumatore di identificare dei prodotti con un livello di qualità superiore rispetto ai prodotti similari. Nel nostro caso, il confronto potrà essere fatto tra lo scalogno tradizionale e quello da seme. Il logo Label Rouge, molto noto ai francesi, consentirà una rapida identificazione dei prodotti etichettati.
L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) «identifica un prodotto agricolo, grezzo o trasformato, la cui qualità, reputazione o altre caratteristiche sono legate alla sua origine geografica. Questa indicazione è legata al know-how. Non si crea, ma si consacra una produzione esistente e quindi la si tutela sia su scala nazionale che internazionale.» L’IGP è quindi particolarmente interessante per i soggetti che, come Pouliquen, lavorano a livello internazionale.
Per ottenere queste certificazioni ufficiali, lo scalogno tradizionale di Bretagna deve rispettare un rigido disciplinare che sarà preventivamente convalidato dagli organismi di certificazione. La stesura di quest’ultimo è ancora in corso.
Distinguersi dallo scalogno da seme
Pouliquen ha scelto di proporre esclusivamente lo scalogno tradizionale per la sua qualità gustativa e per la sua coltivazione effettuata interamente a mano, dalla semina al confezionamento, così come la sua raccolta. Questo allium ha una consistenza soda, lucida e asciutta. È riconoscibile anche da un segno presente alla sua base, una forma di cicatrice dovuta alla tecnica di produzione. Composto da più bulbi, presenta una serie di «pelli» a forma di cerchi, che si sfaldano al taglio. Una volta nel piatto offre un sapore leggermente dolce.
L’esempio della cipolla di Roscoff
I bretoni non sono al primo tentativo in termini di etichettatura degli ortaggi. Infatti, nel 2009, la cipolla di Roscoff ha ottenuto la DOC (Denominazione di Origine Controllata), poi, nel 2013, la DOP (Denominazione di Origine Protetta).
In seguito all’ottenimento di questi riconoscimenti, la coltivazione di questo piccolo ortaggio tondo si è largamente sviluppata garantendo così la tutela della varietà oltre che dei volumi disponibili. I produttori di cipolle di Roscoff sono passati da 55 a 90, i volumi commercializzati si sono moltiplicati per nove per una superficie coltivata che è triplicata.
Auguriamo lo stesso successo allo scalogno tradizionale bretone. Un caso da seguire.
Continuiamo la presentazione dei nostri collaboratori. È la volta di Stéphanie Della Schiava che si è prestata al gioco per presentarsi a voi. Entrata a far parte del team commerciale di Pouliquen nel 2005, si occupa della vendita di ortaggi freschi per i paesi del sud Europa. Siete abituati a parlare con lei? Scoprite la sua carriera e il suo ruolo all’interno dell’azienda Pouliquen.
Altezza 1,76 m, look sportivo e occhi sorridenti, Stéphanie viene presentata dai suoi colleghi come una persona dinamica, disponibile e reattiva. Negli uffici la sentiamo parlare (ad alta voce) in italiano e spagnolo. E a buon diritto visto che da quando ha iniziato a lavorare in Pouliquen 16 anni fa, è stata lei ad occuparsi dello sviluppo commerciale dell’azienda nel Sud Europa.
Amante dell’Italia
Quando Stéphanie ci parla dell’Italia, i suoi occhi brillano e le sue parole tradiscono una certa emozione. Come tradurre in parole ciò che prova per questo Paese? “È un Paese estremamente vivace, molto dinamico. È un po’ cliché dirlo, ma l’italiano è una lingua molto calda. Nel settore ortofrutticolo tutti si danno del tu, ma con l’Italia è ancora più importante. E poi, quando ci si va, c’è l’atmosfera, il modo di vivere. Gli italiani si prendono il tempo per vivere. Non c’è una cosa in particolare che mi attrae dell’ Italia, è un insieme di cose. Mi sento bene. Tutto è piacevole e… Si mangia molto bene (ride).”
E il suo cognome, dunque: Della Schiava, mi direte. L’ha preso dal suo bisnonno. Stéphanie è cresciuta nel nord della Francia senza legami diretti con l’Italia. Fu durante un soggiorno Erasmus che scoprì per la prima volta questo paese e se ne innamorò.
(Quasi) 17 anni come commerciale presso Pouliquen
È stato nel 2005, nell’ambito del suo Master in Lingue e Commercio che Stéphanie ha aperto per la prima volta le porte dell’azienda Pouliquen. Cosa l’ha portata lì? L’Italia! Stéphanie stava cercando uno stage in un’azienda che aveva un flusso commerciale con questo paese. Gli è piaciuta l’esperienza e l’atmosfera della nostra azienda. È rimasta. Oggi Stéphanie si occupa principalmente dei nostri clienti situati nel bacino del Mediterraneo.
Verdure fresche e scalogno, dalle vendite al monitoraggio dei conti
Come per tutti i nostri commerciali, la missione principale di Stéphanie è vendere le verdure fresche acquistate ogni mattina all’asta, così come lo scalogno confezionato da Pouliquen. Fare prospezione, sviluppo, trovare il giusto equilibrio tra le esigenze del cliente e la disponibilità di merce in produzione sono le sue mansioni quotidiane.
Nel pomeriggio Stéphanie si occupa della gestione delle vendite effettuate la mattina: gestione documentale, logistica, preparazione, fino al monitoraggio e al pagamento della vendita. Svolge queste ulteriori mansioni a diretto contatto con i responsabili degli altri reparti di Pouliquen (qualità, logistica, contabilità, ecc.). Questa seconda parte della giornata è anche il momento in cui le informazioni possono essere incrociate con gli altri commerciali, al fine di determinare le tendenze del mercato.
Il commercio di ortaggi freschi, un settore interessante
Quando chiedi a Stéphanie cosa le piace particolarmente del suo lavoro di commerciale di ortaggi freschi, lei risponde: “Non c’é un giorno uguale all’altro. Possiamo immaginare che ci sarà una certa tendenza perché è la stagione del cavolfiore, ma alla fine succede il contrario. Lavoriamo con qualcosa di vivo. Possiamo avere molte varietà dello stesso ortaggio. Inoltre, a seconda del clima, dobbiamo privilegiare una zona di produzione rispetto ad un’altra. Poche decine di chilometri di distanza possono fare la differenza in Bretagna! Non c’è niente di lineare. »
Niente di lineare, sempre in movimento, ciò che corrisponde bene al profilo di Stéphanie. Se ancora non la conoscete, venite a incontrarla alla prossima fiera Fruit Logistica di Berlino dal 5 al 7 aprile. Vi accoglierà al nostro stand, in francese, inglese, spagnolo e ovviamente… in italiano!
* Stand Prince de Bretagne, Pavillon France, Hall 22, stand E-16
Il tradizionale scalogno è una delle stelle della nostra gamma di verdure fresche. Abbiamo selezionato questa varietà per le sue qualità gustative e la sua coltivazione manuale (semina e raccolta a mano).
Nel 2021, Pouliquen ha commercializzato 9000 tonnellate di questo piccolo ortaggio, apprezzato dai consumatori di molti paesi.
Scoprite in immagini il ciclo di produzione di questo alium, dalla sua piantagione alla sua commercializzazione.
Trovate la scheda prodotto di questo vegetale qui.
Membro del team Pouliquen da una quindicina d’anni, è responsabile della logistica dell’azienda e prepara i vostri ordini con la massima cura.
Scopri il ritratto di David Le Duff, addetto alla logistica e alla preparazione degli ordini alla Pouliquen (e calciatore nel tempo libero).
Il trasporto e la logistica non hanno segreti per lui
La giornata lavorativa di David si divide in due compiti principali. Ogni giorno, al mattino, è il tramite tra il reparto commerciale e la produzione. È responsabile del corretto scambio di informazioni all’interno della nostra azienda.
È anche responsabile dell’organizzazione del trasporto delle verdure fresche acquistate al mattino all’asta per i nostri clienti. Prepara anche le tabelle di marcia dei trasportatori per il ritiro e la consegna della merce in Francia e in Europa.
« Ogni giorno è diverso. Abbiamo tra 10 e 30 partenze al giorno. Possono essere camion pieni o pallet misti. Lavoriamo principalmente con aziende locali. C’é una nostra volonta forte di affidarsi alle imprese della regione. Per noi la prossimità è importante».
Entrato in Pouliquen dopo aver completato il suo BTS Trasporti una quindicina di anni fa, David ha acquisito una grande competenza nel suo settore. Ha anche costruito un rapporto di fiducia con i nostri trasportatori, un vantaggio non trascurabile per garantire un livello di qualità ottimale per i nostri clienti.
Preparazione ordini e controllo qualità
Una volta che i turni di consegna sono stati organizzati in base alle vendite della mattina, David lascia l’ufficio per scendere in campo.
« Mi piace questa complementarità. Non mi vedrei lavorare in ufficio tutto il giorno. »
In produzione, lavora in stretta collaborazione con Pierre-Yves e Norbert per la preparazione degli ordini, in particolare pallet misti. Tutti e tre lavorano anche in stazione di condizionamento per garantire il controllo qualità, in altre parole, per verificare che la merce sia conforme al disciplinare.
« Tutte le verdure che commercializziamo provengono dalle stazioni Cerafel – Prince de Bretagne: tre nel Finistère (29), tre nelle Côtes d’Armor e una a Saint-Malo, nell’Ille et Vilaine (35). La posizione di Pouliquen nel bacino del mercato ortofrutticolo del Nord Finistère consente una vicinanza quasi immediata alla maggior parte di queste stazioni. È un grande vantaggio ».
Oltre al controllo qualità, il nostro trio gestisce anche la normalizzazione dei prodotti, direttamente in stazione.
La gestione delle spedizioni, ultimo passaggio, ultimo compito
Alla fine della giornata arriva il momento delle spedizioni. I trasportatori vengono a ritirare la merce secondo la tabella di marcia stabilita in mattinata da David. Lui, Pierre-Yves e Norbert supervisionano i carichi per evitare errori e, spesso, mettono le mani in pasta occupandosi loro stessi dei carichi.
Alle 18 la stragrande maggioranza dei camion é già in viaggio. Per il nostro addetto alla logistica è il momento di tornare dalla sua famiglia… O di infilare gli scarpini e andare a fare due tiri a calcio.